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Silone, Ignàzio.

Pseudonimo di Secondo Tranquilli. Scrittore e uomo politico italiano. Entrato in seminario, abbandonò gli studi dopo il terremoto della Marsica del 1915 nel quale perirono buona parte dei suoi familiari. Si dedicò quindi all'attività politica, avvicinandosi al Partito Socialista (1918) - fu redattore della “Avanguardia” e del “Lavoratore” - e partecipando, nel 1921, alla fondazione del Partito Comunista Italiano, nel quale militò attivamente. Fu rappresentante italiano, insieme a P. Togliatti, al Komintern di Mosca e, dopo l'avvento del Fascismo, svolse intensa attività propagandistica clandestina in Italia e, dal 1927, in Svizzera. Nel 1930 decise di dimettersi dal Partito Comunista in totale disaccordo con la linea politica staliniana. Durante il suo esilio svizzero, che durò fino al 1944, S. pubblicò i primi romanzi (Fontamara, 1930; Pane e vino, 1937; Il seme sotto la neve, 1940) e una serie di saggi di tipo storico-politico (Il fascismo, 1934; Un viaggio a Parigi, 1934, La scuola dei dittatori, 1938) che lo resero famoso soprattutto all'estero. Nel 1942 riprese l'impegno politico attivo divenendo membro del Partito Socialista clandestino. Rientrato in Italia nel 1944, fu eletto deputato del PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) all'Assemblea costituente (1946), ma nel 1947, al momento della scissione del partito, egli ne uscì non iscrivendosi neppure al neonato PSLI (Partito Socialista dei Lavoratori Italiani) e abbandonando di nuovo, questa volta definitivamente, la militanza politica alla quale preferì l'attività letteraria e giornalistica: già direttore dell' “Europa socialista” nel biennio 1946-47, a partire dal 1956 diresse per 12 anni “Tempo presente”, rivista fondata con N. Chiaromonte che si proponeva di diffondere ideali di tipo federalista basati su un Socialismo democratico e umanitario. S. è ricordato soprattutto per la sua attività di scrittore. I suoi primi libri, soprattutto Fontamara, furono veri e propri atti di denuncia nei confronti di una società che non esitava a sfruttare i suoi poveri, rappresentati in questo caso dai contadini marsicani, nel nome di un bene superiore comune a pochi privilegiati. Scritti con uno stile semplice e diretto e una scelta linguistica precisa che molto deve alla tradizione verista, essi aprirono la strada alle opere successive, nelle quali a un forte sentimento dei limiti della giustizia umana si univa un deciso richiamo ai valori propri di un Cristianesimo di tipo evangelico molto vicino a quel Socialismo egualitario che aveva ispirato l'autore in gioventù. Ciò è particolarmente evidente in romanzi quali Una manciata di more (1952), Il segreto di Luca (1956), La volpe e le camelie (1960) e soprattutto nel romanzo-saggio L'avventura di un povero cristiano (1968) incentrato sulla figura di papa Celestino V che, in nome di una libertà scevra da poteri superiori, aveva rinunciato alla cattedra papale (l'anno seguente il romanzo fu adattato per il teatro). S. scrisse anche un'opera teatrale (Ed egli si nascose, 1944) e pubblicò una raccolta di saggi politici basati sulla sua esperienza di ex comunista (Uscita di sicurezza, 1965, dal titolo di un saggio già apparso nel 1955 in una raccolta comprendente scritti di Fischer, Gide, Koestler e Wright). Postumi apparvero Memoriale dal carcere svizzero (1979) e il romanzo incompiuto Severina (1981) (Pescina dei Marsi, L'Aquila 1900 - Ginevra 1978).

LE OPERE DI IGNAZIO SILONE
Romanzi
1930
1937
1940
1952
1956
1960
1968
1981 (post.)
Fontamara
Pane e vino
Il seme sotto la neve
Una manciata di more
Il segreto di Luca
La volpe e le camelie
L'avventura di un povero cristiano
Severina
Saggi
1934
1934
1938
1949
1954
1965
1979 (post.)
Il fascismo
Un viaggio a Parigi
La scuola dei dittatori
Mazzini
La scelta dei compagni
Uscita di sicurezza
Memoriale dal carcere svizzero
Opere teatrali
1944
Ed egli si nascose